Kalaris’s Blog

Avremmo perduto la memoria stessa insieme alla lingua, se il dimenticare fosse in nostro potere come il tacere. Tacito

Archivio per novembre 14, 2008

A notte fonda..

A notte fonda si pensa meglio. Non ve lo avevano mai detto? 

Peccato che poi, a mattina piena si vada in giro con delle occhiaie che ci fanno pensare che il fondotinta pagato sempre troppo, non serva a niente.

A notte fonda penso meglio da che io mi ricordo … d’aver pensato.

Sono giorni frenetici. Faccio tanto, faccio tutto quello che ho sempre desiderato di fare. Faccio e ho una tremenda paura che il tempo non sia mai abbastanza. E mi accompagna quella strana consapevolezza che ognuno si porta dietro, che ci sussurra ogni giorno, silenziosamente, senza parole, che il nostro tempo è sabbia, e la nostra vita è la clessidra entro la quale scorre. 

Quando ripenserò a questi giorni, magari con desiderio e nostalgia, ricorderò di quel vago sentore di disordine mentale che firma ogni ora delle mie giornate. E non ha importanza quante agendine io possa avere, e non fanno la differenza tutti i post-it che io possa appicciare ovunque.. questo fare, e fare tanto fa si che la mia mente si confonda, genialmente, al caos, fondendosi in un amalgama di tutto e di niente.

E stranamente l’immagine che mi frulla nella testa è quella di me, seduta difronte alla piccola e borghese vetrata che sta in salone da che esiste, difronte a quel portatile accomodato sul tavolo di legno invecchiato con me. Mi vedete? Il portatile è nero. Sulla porta usb ho collegato una lucetta che illumina a giorno la stanza. Mi vedete meglio? Ecco. Levo gli occhiali. Li poso sulla tastiera. Mi massaggio gli occhi. Perchè a fine giornata fanno male. Lo sapete no? E’ quell’immagine che mi frulla per la mente, di me, che mi rende felice. Perchè a fine giornata sono stanca, e ho la sensazione di non aver fatto tutto quello che avrei dovuto. Eppure ho fatto.. ciò che amo fare. Confodermi con la carta. Essere foglio bianco. Essere inchiostro. Essere parola.

Essere, e continuare a farlo, pur quando sarà terminata la sabbia, o il vetro della clessidra si sarà rotto. Perchè forse, ancora allora, un foglio parlerà di me, e una parola profumerà d’una mia speranza.

A notte fonda si pensa meglio.. e dopo aver pensato a lungo, si sogna fino a tarda mattina.

Claudia Zedda